Con il film “il Sorpasso” il grande pubblico scopre negli anni ’60 la bellezza della costa tirrenica tra la provincia di Livorno e Grosseto. Passati 50 anni ed esauritasi la spinta dell’automobile, è ora il tempo di rilanciare la bicicletta anche in Italia?
«Fra i piaceri moderni non ve n’è uno che sorpassi o uguagli quello di un viaggio in automobile. Nel veicolo nostro, obbediente a noi soltanto, che ci conduce soltanto dove il nostro capriccio vuole, il bisogno di libertà che è in noi, diviene certezza di libertà, senso di plenitudine, d’evasione, di possesso dello spazio e del tempo, che trascende il limite umano». Ada Negri, 1920
Il Sorpasso
All’interno della rassegna di letture in compagnia del Tirreno, una pagina dedicata al film il Sorpasso, da Roma alle spiagge della Versilia risalendo la via Aurelia, nel primo road movie italiano.
“Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignan, sono rimasti nella storia del cinema per l’interpretazione nel film “Il sorpasso” di Dino Risi, uno dei più importanti road movie all’italiana. Proprio questo film ha fatto conoscere al grande pubblico la bellezza della costa tirrenica tra la provincia di Livorno e Grosseto. La Lancia Aurelia sparata a tutta velocità incontrerà il tragico epilogo in una curva a Calafuria, nei pressi di Quercianella, dove i tornanti si gettano a picco in uno dei più bei tratti costieri della Toscana. Fuggiti da una Roma deserta in pieno Ferragosto, i due attraversano il Lazio, passando per Civitavecchia, e poi su verso Capalbio, i paesi e i borghi del grossetano, per arrivare a Castiglioncello, che per anni è stata una delle località simbolo del cinema.”
Cinema, boom e Versilia
Il cinema degli anni ’60 racconta la messa in scena di un’opulenza illusoria, costruita sulle sabbie mobili. L’italiano popolare, il piccolo e medio-borghese, mimetizza sempre più le proprie povere origini ed entra di slancio nella civiltà dei consumi. Il nuovo status non gli impedisce di accorgersi che la rapidità del mutamento è stata eccessiva, il cammino alle sue spalle è disseminato di rovine sentimentali e il benessere economico è raggiunto al prezzo del deserto affettivo e alla rinuncia di non pochi ideali e valori.
Attraverso il racconto delle ferie – una sorta di metafora ferale della civiltà dei consumi – nel Sorpasso si intravedono da subito, in filigrana, i germi della malattia, i sintomi patologici di quel mondo del boom, apparentemente così appetibile e luminoso.
Il tema del viaggio rappresenta la facile metafora di una ricerca d’identità che fatica a ricomporsi, perduta e confusa nel mare magnum delle trasformazioni epocali che investono quel periodo italiano. La strada diventa medium per raccontare la marginalità rispetto a una realtà sociale patita dai personaggi, perché attraverso la storia di due uomini di strada, Risi racconta gli scricchioli di una società che, arroccandosi gelosamente nelle nuove torri d’avorio, ha sacrificato nella corsa al benessere molte cose.
Quello di Bruno e Roberto, i due protagonisti, è anche un viaggio un po’ contro. Contro la società del Miracolo, che li esclude, e che comunque si rivela essere meno favolosa di quanto promette.
Ai margini di questi viaggi e spesso attraverso di essi, s’incontrano sempre le stesse facce e gli stessi posti, luoghi pubblici in cui esplodono l’ebbrezza e la malinconia collettive con lo scivolamento dell’una nell’altra, in un tracimare emotivo che è una delle connotazioni passionali del genere.
Uno degli scenari prediletti sono le spiagge, preferibilmente quelle formicolanti e colonizzate dagli ombrelloni, dai riti del consumismo, dall’imperativo categorico al divertimento di massa
Dalla riviera adriatica (Ombrellone, 1965, di Dino-Risi) alla Versilia (Il sorpasso), al litorale romano (Il giovedì, 1963, di Dino Risi), dove floridi commendatori e traboccanti bikini esibiscono irrefrenabili desideri narcisistici annegati nell’euforia generale.
Nel Sorpasso è particolarmente evidente la dialettica tra l’individualità e il gruppo sociale, vividamente rappresentata nella spiaggia. È l’invasione del “tutti”, che entra violentemente nel campo privato dei due protagonisti, provocando opposte reazioni.
Ogni cosa è spazio nel Sorpasso. Eros, portafoglio e pancia trovano scenari ideali in cui identificarsi, prima ancora che soddisfarsi. I desideri sensuali prendono forma e vita al sole delle spiagge roventi e caotiche della Versilia, gli affari si stringono e si concludono nei night-club rumorosi della costa, gli appetiti si soddisfano nelle trattorie festose e volgari fuori porta.
Le strade invase dalle quattroruote e dai ciclomotori, le soste di servizio pullulanti di tensioni, le spiagge brulicanti di divertimento, i locali notturni, le stazioni dei torpedoni e dei treni. Roma, sopra tutti, raccontata nel presente dei palazzoni della periferia velocemente accresciuta dalla frenesia edilizia del miracolo economico e nel passato storico (del centro) lasciato alle spalle. Poi Civitavecchia, l’ultima vestigia del dopoguerra contadino e burino, liquidato dalla supponenza degli “arrivati”, i quali hanno eletto a loro nuovo sfolgorante habitat, la costa tirrenica, la Versilia innanzitutto, con Castiglioncello e Viareggio templi dell’evasione, del tempo libero e gaudente.
Nella prima commedia all’italiana, il luogo comune costringe il piccolo protagonista del boom a un confronto difficile con il proprio contesto sociale, quello del miracolo economico.
L’autogrill, non-luogo per eccellenza e luogo comune per antonomasia, è la metafora toponomastica più eclatante dell’identità fantasmatica, collettiva e materialistica della civiltà del boom. È il territorio eletto della modernità massiva che, abbandonata la stabilità dei propri riferimenti tradizionali, imbocca la strada dinamica e vacillante della contemporaneità.
L’automobile, proiezione di scompensi profondi, è il pretesto di un atto esistenziale: il sorpasso, la rivincita sui fallimenti dell’esistenza, un modo comodo per sentirsi vincitori quando si sono perdute molte battaglie. L’oggetto più desiderato e celebrato di tutti, l’automobile, è in effetti un mezzo capace di aggredire ogni luogo e di percorrerli, virtualmente impossessandosene, tutti.
Sotto i pneumatici della lancia Aurelia Sport super compressa, che sfreccia con il suo clacson rumoroso per le strade deserte di Roma, per le provinciali che conducono al rito di massa delle vacanze al mare, per le vie della speranza sul filo della scogliera toscana, scorre tutta l’Italia del boom, con l’illusione di riscattare, nell’ebbrezza della velocita e nel gusto del potere al volante tutte le frustrazioni e i fallimenti del dopoguerra.
Il Sorpasso appare ancora oggi come un film profetico. E l’ombra della morte, che incombe su quelle frenetiche esperienze di quel week-end di mezza estate, si protende rivelatrice su un’intera società tesa a bruciare le proprie illusioni in un eterno presente, lasciandosi dietro una lunga scia di rimorsi.
Mauto di Torino
MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile. Oltre 200 vetture originali di 80 brand differenti che raccontano l’evoluzione storica dell’invenzione che ha cambiato il mondo. Dalle carrozze a vapore di fine Ottocento ai capolavori di design degli anni ’50, dalle auto protagoniste di corse epiche e viaggi memorabili ai prototipi che hanno guidato gli orientamenti futuri della ricerca. segue…
(alcuni scatti al Mauto)
Approfondimenti
> Quanti simboli, quante memorie, quanti ricordi fioriscono con la vicinanza del mare? Siete anche voi affascinati dai segni che il tempo e lo spazio hanno disseminato lungo il Tirreno? Aiutateci ad arricchire questo capitolo, perchè le storie tornino a parlare.
Targa Florio
Testo dalla mostra a Favignana
La corsa automobilistica più antica del mondo fu ideata da Vincenzo Florio, su un percorso radicato nel cuore della Sicilia. La prima edizione si disputò nel 1906, con un montepremi in palio di ben 50 mila lire.
Alla corsa ogni anno affluivano più di sedicimila persone appartenenti a qualunque ceto sociale. L’evento sportivo divenne un’occasione mondana cui partecipavano anche le donne, elegantemente abbigliate. La corsa si svolgeva, e si svolge tuttora, attraverso un circuito piuttosto insidioso di quasi 147 chilometri tra monti e centri abitati delle Madonie.
La difficoltà del tracciato implicava una sfida con il territorio da parte del pilota e un’attestazione di qualità delle prestazioni per le case automobilistiche che facevano scendere in campo le proprie autovetture. Le aziende produttrici, infatti, vi si davano appuntamento con l’obiettivo di concorrere per il premio più ambito, la celebre targa. L’evento era annunciato dal banditore che, suonando il tamburo, ne diffondeva la notizia nei paesi del circuito.
(francobollo del centenario)
Tra i servizi approntati per l’occasione vi era un ristorante, due tende adibite al pronto soccorso curato dalla Croce Rossa, una sala stampa dotata di telegrafo internazionale, un tratto di ferrovia che si collegava al nodo ferroviario Palermo-Messina per consentire agli ospiti di arrivare con questo mezzo, in aggiunta alla flotta marittima che la famiglia Florio metteva a disposizione dei partecipanti.
Bertha la strega
Nel 1885, dopo diversi tentativi falliti, Karl Benz riuscì a creare la sua prima carrozza senza cavalli, con motore a scoppio e tre ruote. Ma l’incredibile invenzione non ebbe il successo sperato; gli acquirenti non si facevano vedere. L’automobile sembrava dover restare solo un soddisfacimento personale per il povero Benz.
La moglie Bertha fu l’unica a capire l’importanza di avviare una grande campagna pubblicitaria per uscire da questo impasse.Decisa, determinata, frustrata dalla pigrizia del marito, ideò con astuzia il suo piano.
Alle prime luci dell’alba, di un inizio agosto del 1888, Bertha Benz con i suoi suoi due figli maggiori, prese una delle auto del marito ed intraprese quello che fu il primo viaggio su lunga distanza. Il viaggio, che per l’epoca doveva rappresentare un’impresa titanica, non si rivelò in effetti più facile del previsto.
Durante il percorso alcune persone rimasero terrorizzate e sconcertate alla vista di una carrozza mobile senza cavalli, guidata soprattutto da una donna; le voci cominciarono a rincorresi. Bertha arrivò a destinazione dopo il tramonto; avevano percorso 104 km ad una velocità di 25 km/h, in un momento in cui nessun’altra auto aveva proceduto più di qualche decina di piedi. La notizia dell’accaduto aveva già raggiunto la stampa, grazie alle testimonianze oculari dei residenti delle città e dei villaggi dove i protagonisti erano passati.
L’impresa, seppur non priva di rischi, era andata a buon fine: Bertha era riuscita a scandalizzare e impressionare il mondo intero, scatenando una valanga di pubblicità. Il viaggio per il ritorno fu pertanto un trionfo; molte più persone volevano essere presenti a quella che sarebbe diventata una giornata storica. Tutti volevano vedere da vicino la donna che aveva guidato la prima automobile.
In bici Livorno-Cecina
Il percorso in bici che raggiunge l’Aurelia nel tratto dove venne girata l’ultima scena. segue…
Sorpasso bici su auto
Nel 2011 in Italia si sono vendute più biciclette che automobili. Un sorpasso storico che non accadeva dal Dopoguerra. Le auto immatricolate sono state 1.748.143, le bici vendute 1.750.000. Quasi duemila pezzi in più. UNO scarto minimo, se la si butta in matematica. In realtà simbolico di come le due ruote stiano marciando alla conquista del cuore degli italiani. Perché è vero, la crisi, e sì, c’è maggiore attenzione all’ambiente, ma quel dato racconta una rivoluzione degli stili di vita. segue su Bikeitalia…
Spiaggia e cinema
> La spiaggia, territorio fisico e geografico, è soprattutto un vero e proprio topos nel quale si possono rispecchiare in forme più o meno evidenti le caratteristiche sociali, antropologiche e identitarie di un popolo. segue...
Riferimenti
Testi estratti da:
- “Il sorpasso”, Maria Pia Comand segue…
- La Maremma e Calafuria ne “Il Sorpasso”, road movie italiano segue…
- Bertha la strega segue…
Extra
Plastica
> Negli anni della ricostruzione, in un'epoca di grandi aspettative, gli oggetti in plastica veicolano una nuova idea di benessere e di modernità. I prodotti in plastica assumono il ruolo di testimoni esemplari dell'avvento della democrazia di massa. Dai primi entusiasmi alle attuali preoccupazioni, in primis per gli oceani, sempre più inquinati. La plastica avvelenerà il mondo? segue...
Letture
> Creature fantastiche, saline, bonifiche, colonie estive, divinità, boom economico, idrovolanti, ferrovie, .... Storie impigliate sotto costa o affondate in alto mare, sferzate dai venti o cullate dalle onde. Racconti e letture da sfogliare in compagnia del Tirreno. segue...
Percorsi tematici
> Spiagge, fari, pinete, zone umide, promontori, miniere, …. quante storie siete pronti ad ascoltare? Il Tirreno è un teatro che racconta mille incontri. Le memorie storiche si intrecciano con gli scenari naturali, imprimendo a terra tracce da rievocare, un pedale alla volta. Seguendo in bici il mare e i suoi tematismi. segue...
Progetto ZERO
> Un progetto nato dal basso, che aggrega informazioni per partire in bici in compagnia del Tirreno. In attesa di un sito ufficiale che ci lasci liberi di pedalare, aiutateci a rendere questo spazio utile a tutti coloro in cerca di itinerari da Ventimiglia a Roma (...e oltre) segue...
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(traffico verso il mare, 1964)