Il Mediterraneo costituisce il luogo di nascita dei fari, baluardi delle coste italiane, manufatti di impagabile pregio storico, architettonico, culturale. Venite con noi a scoprirli lungo il Mar Tirreno.

Navighiamo nella vastità, sempre incerti e fluttuanti, spinti da un estremo all’altro. Qualunque appiglio a cui pensiamo di attaccarci per essere sicuri, viene meno e ci abbandona, e se lo seguiamo si sottrae alla nostra presa, scivola e fugge in una fuga eterna. Niente per noi è solido.
È la nostra condizione naturale eppure la più contraria alle nostre inclinazioni. Ci brucia un desiderio di trovare un fondamento sicuro, e come una base ferma per costruirvi una torre che si alzi verso l’infinito, ma ogni fondamento si spezza e la terra si apre fino agli abissi. (B.Pascal, Pensieri, 1670)

Fari e Torri

Tutte le nazioni si interrogano su come tenere vivo il patrimonio di pietre, storie e luci disseminato lungo le coste del pianeta.  Erosione della costa, taglio dei finanziamenti, nuove tecnologie, aggiornamento delle rotte di navigazione…. Anche lungo il Mar Tirreno si nascondono preziose memorie guardiane dell’orizzonte.

Che siano arroccate su uno sperone di roccia o addormentate su una spiaggia,  a picco sul mare o immerse in una pineta,  scopritele con noi pedalando  da Ventimiglia a Roma (… e oltre).

Fotoracconto

(alcuni scatti avvicinando fari e torri affacciati sul Tirreno)

Elenco dei percorsi

L’elenco di percorsi in  bici dedicati a fari e torri vista Tirreno. Aiutateci ad arricchirlo

(il Faro e la Torre, pedalando da Pisa a Livorno)

Torri

“Siccome l’isola è da ogni lato esposta alle incursioni nemiche, ed è naturalmente frontiera dei Barbari, nel secolo decimoquinto le spiagge diserte e le più popolate e forti città eran minacciate alle volte ed alcuna fiata assai danneggiate dagli improvvisi assalti degli armatori e dei corsali barbareschi, quindi fu conosciuto d’esser di assoluta necessità che l’Isola per tutto il litorale fosse guarnita ed rafforzata di torri” (Marchese di Villabianca, “Torri guardia per li fani o sian fuochi di avviso ne’ litorali della Sicilia”)

“Nel XV secolo la minaccia sempre crescente della potenza turca fu una delle maggiori preoccupazioni per i sovrani occidentali in quanto la pirateria faceva parte della politica marinara di queste popolazioni. I pirati infatti avevano l’obbligo di dividere il bottino con il loro governo, pertanto questa attività rappresentava per esso uno dei maggiori cespiti di guadagno; inoltre, va considerato che i pirati non si limitavano ad assalire le navi, ma facevano anche scorrerie e razzie sulla terraferma. Queste incursioni durarono, anche se con minore intensità, fino a tutto il XVIII secolo.

(mercato di schiavi, Gerome Leon, 1866)

Il principio difensivo più valido, adottato fin dall’epoca romana, continuava a essere quello delle torri di avvistamento. Le torri, alte dai dieci ai quindici metri, venivano costruite a una distanza non superiore alle tre miglia l’una dall’altra ed erano di modeste dimensioni perché non avevano compiti difensivi e generalmente non venivano assalite. Di conseguenza la guarnigione era ridotta al minimo: spesso vi si trovavano solo un castellano e un soldato.

La tipologia costruttiva di questo periodo è quasi sempre la stessa, salvo rare eccezioni, e cioè a pianta quadrata con struttura in pietrame, basamento a scarpa e copertura a tetto o a terrazza spesso aggettante su mensoloni in pietrame. La porta di ingresso, situata sopra il cordolo a toro che delimita il basamento, era rivolta verso la parte più protetta, ovvero verso terra; le uniche aperture erano piccole feritoie situate nei punti strategici. All’interno, semplici solai in legno dividevano l’alto vano. All’esterno, un recinto fortificato comprendeva il forno e le stalle.” estratto dal sito del Parco di Maremma segue…

(Parco della Maremma, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

Fari

Culla storica della nostra civiltà, il Mediterraneo costituisce il luogo di nascita dei fari, baluardi delle coste italiane, manufatti di impagabile pregio storico, architettonico, culturale.

La loro costruzione si deve all’esigenza dei naviganti di prolungare la navigazione anche durante le ore notturne e alla necessità di potenziare i riferimenti necessari al loro orientamento, oltre a quello già fornito dalle stelle. Quasi tutti i segnalamenti che presidiano le coste italiane risalgono al XIX secolo. Le fonti storiche registravano, nel 1815, 587 fari attivi nel Mediterraneo. Tali manufatti, seppur relativamente giovani, arricchiscono le nostre coste e costituiscono parte rilevante del patrimonio storico – architettonico e paesaggistico italiano.

Tutte le nazioni si interrogano su come tenere vivo il patrimonio di pietre, storie e luci disseminato lungo le coste del pianeta.  Fari di tutto il mondo… Unitevi! segue…

“Chi non è marinaio può essere molto attirato dai fari, se ne può finanche innamorare, ne può godere per la loro bellezza e per il loro essere simboli, ma andando per mare si impara una cosa in più. Quella luce preziosa nelle notti più oscure ti accarezza e ti dà questo senso di vicinanza e sicurezza che solo una casa, a volte, ti può dare. Sembra strano che oggi, in un mondo in cui computer, GPS, radar ti dicono in ogni momento esattamente dove sei, ci sia ancora bisogno di quella luce. Eppure è così: solo nel momento in cui riconosci un faro, contando in silenzio lampi ed eclissi dentro di te, senti che ci sei, che la tua strada è quella, che il futuro è molto meno incerto di quello che ti sembrava solo un attimo prima.” Piero Magnabosco

(Faro di Punta Sottile a Favignana, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

Extra

Torri di deputazione

Testo da un pannello alla Torre di Nubia, Trapani

Le numerose torri che ancora è possibile osservare lungo le coste siciliane sono i resti di un sistema di allarme e difesa contro gli assalti dei pirati barbareschi e dei Turchi che minacciavano l’invasione musulmana dell’Italia. Questa fu scongiurata dalla vittoria delle flotte cristiane a Lepanto nel 1571, ma le incursioni piratesche non cessarono fino alla presa di Algeri da parte dei Francesi nel 1830.

Piccole imbarcazioni veloci provenienti da Tripoli, Tunisi e Algeri continuarono i loro assalti rapidissimi e i saccheggi nei villaggi costieri e nelle case isolate, gettando nel terrore gli abitanti. Anche in seguito all’occupazione spagnola delle coste nordafricane, le incursioni continuarono sotto la guida di pirati che arrivarono a stringere un’alleanza con Francesco I di Francia contro lo spagnolo Carlo V, sotto il cui dominio era anche la Sicilia. La situazione di grande tensione che ne seguì costrinse molti paesi a potenziare le loro difese contro i corsari.

(Torre della Colombaia a Trapani, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

Già dal medioevo si usarono fuochi segnaletici lungo le coste secondo un codice specifico. Poco dopo la seconda metà del Cinquecento, lungo tutte le coste peninunsulari del Meridione, il Regno di Napoli avviò la costruzione di imponenti strutture dotate di pesanti bocche da fuoco. Queste tuttavia risultarono del tutto inadeguate a reprimere le agili incursioni corsare. Si cominciò allora a costruire una successione di torri armate con artiglieria leggera ed in vista l’una dell’altra, in maniera tale da realizzare un sistema fortificato ininterrotto di avvistamento e segnalazione, assolvendo anche all’esigenza della difesa del territorio e del ricovero per i soldati di guardia.

L’arrivo di navi sospette era indicato attraverso i fuochi di notte o le fumate di giorno, tante quante erano le navi in arrivo. Il suono delle campane o dei tiri di schioppo rappresentavano il preallarme acustico.

Vengono quindi costruite o ricostruite fino al 1630 le cosiddette torri di deputazione. Tali torri, chiamate poi “saracene” a significare che erano state costruite contro i Saraceni, servirono ancora per qualche tempo per segnalare i movimenti di qualsiasi flotta nemica al largo delle coste italiane, ma all’inizio del XIX secolo erano ormai pressoché abbandonate.

Via dei Cavalleggeri

Via dei Cavaleggeri  da Livorno a Piombino  rappresentava un sistema lineare di “difesa lungo costa battuto da cavalleggeri in continua perlustrazione addetti alla “scorreria”.  Collegava circa 60 edifici tra torri alte 10-15 m, forti, fortini e postazioni armate.  Il compito era quello di fornire protezione dagli attacchi vandalici da parte di pirati, impedire l’attracco delle navi che portavano le genti che dalla Liguria, dalla Francia e dalla Spagna, scappavano dalla peste, e infine somministrare un efficiente servizio postale per la messa in sicurezza del trasporto del materiale ferroso da Portoferraio (nell’Isola d’Elba) a Livorno.  segue…

Percorsi tematici

> Il Tirreno è un teatro che racconta mille incontri. Le memorie storiche si intrecciano con gli scenari naturali, imprimendo a terra tracce da rievocare, un pedale alla volta. Seguendo in bici il mare e i suoi tematismi. Spiagge, fari, pinete, zone umide, promontori, miniere, …. quante storie siete pronti ad ascoltare? segue...

Letture

> Mostri marini, saline, bonifiche, colonie estive, divinità, boom economico, idrovolanti, ferrovie, ... letture da sfogliare nelle pedalate lungo il Tirreno segue...

Il vostro contributo

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(Faro della Rocchetta a Piombino, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )