Spiagge da raggiungere in bici, meraviglie da scoprire, ecosistemi da proteggere, tutto l’anno, lungo la futura ciclovia Tirrenica.

Spiagge

Cosa sarebbe un mare senza una spiaggia? Al termine di un temporale o all’avvicinarsi di un tramonto, tra un bagno  rinfrescante e una passeggiata sul bagnasciuga. Che sia in piena estate o d’inverno. Profumi e cantilene che portiamo dentro una generazione dopo l’altra.

Pedalando in compagnia del Tirreno non mancano le occasioni per incontrare il bagnasciuga. Diversi itinerari in bici permettono di rivivere la meraviglia dei granelli di sabbia.

Quando scendiamo verso la linea di costa, entriamo in un mondo antico come le stesse terre emerse: il luogo primordiale dell’incontro tra gli elementi della terra e dell’acqua, un luogo di compromesso, conflitto ed eterno mutamento.” (Rachel Carson)

Ma ricordiamoci di avvicinarci in punta di piedi: i litorali sabbiosi sono ambienti fragili e le piante si sono specializzate per vivere in condizioni estreme, in apparenza insostenibili. Evitiamo di calpestarle e attraversiamo la duna seguendo esclusivamente i percorsi predisposti.

(spiaggia di Collelungo, pedalando nel Parco Maremma, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

In Italia, almeno fino all’800, questi ecosistemi erano sfuggiti alla distruzione. Tutto cambia con l’avvento del turismo balneare di massa.

L’incremento dei flussi turistici determina continue costruzioni di stabilimenti, strade, parcheggi,  accessi alle spiagge. Dal secondo dopoguerra, gli insediamenti si sono infatti diffusi ampiamente, e spesso in modo del tutto incontrollato, arrivando ad interessare anche l’intera fascia costiera.

(Santa Marinella, pedalando da Tarquinia a S.Severa, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

In gran parte delle coste italiane l’urbanizzazione ha pesantemente alterato il paesaggio dunale. La vegetazione spontanea è spesso completamente scomparsa e le conseguenze sull’ecosistema possono diventare irreversibili.

Il lungomare italiano è pressoché ovunque diventato un lungo-muro, fisico o ideale, consegnato allo sfruttamento economico di pochi. Palazzine e cancelli imprigionano il mare e le spiagge per chilometri, sottraendoli al territorio e ai cittadini, anche solo alla vista.

Negli ultimi anni questo ha generato nell’opinione pubblica un forte sentimento di deprivazione rispetto al pieno godimento dei beni comuni quali le spiagge e il mare, anche a causa dell’assenza di una legislazione uniforme a livello nazionale e di controlli adeguati sulle concessioni vigenti.

La tutela degli ecosistemi costieri e del paesaggio è stata posta in molti casi in secondo piano rispetto alle logiche del massimo sfruttamento commerciale, con risultati disastrosi in termini di erosione e biodiversità.

Il diritto delle comunità di accedere liberamente al mare rappresenta un diritto fondamentale su un bene comune in grado di produrre benessere e salute pubblica per i cittadini, un tesoro da difendere e riscoprire, anche in sella ad una bici.

Vedete lì, dove l’acqua arriva… sale sulla spiaggia poi si ferma… ecco, proprio quel punto, dove si ferma… dura proprio solo un attimo, guardate, ecco, ad esempio, lì… vedete che dura solo un attimo, poi sparisce, ma se uno riuscisse a fermare quell’attimo… quando l’acqua si ferma, proprio quel punto, quella curva… è quello che io studio. Dove l’acqua si ferma.
— E cosa c’è da studiare?
— Be’, è un punto importante… a volte non ci si fa caso, ma se ci pensate bene lì succede qualcosa di straordinario, di… straordinario.
— Veramente?
Bartleboom si sporse leggermente verso la donna. Si sarebbe detto che avesse un segreto da dire quando disse
— Lì finisce il mare.
Il mare immenso, l’oceano mare, che infinito corre oltre ogni sguardo, l’immane mare onnipotente – c’è un luogo dove finisce, e un istante – l’immenso mare, un luogo piccolissimo e un istante da nulla.

(Oceano mare, Baricco)

Fotoracconto

Alcune spiagge incontrate in bici lungo il Tirreno.

Percorsi in bici

Elenco dei percorsi in bici alla scoperta delle spiagge lungo la futura CicloVia Tirrenica. Aiutateci ad arricchirlo con nuove proposte.

  • Spiagge di Vecchiano e Bocca di Serchio nel Parco di San Rossore, Pisa segue…
  • Golfo di Baratti, Piombino segue…
  • Parco costiero della Sterpaia, Piombino segue…
  • Cala Violina nelle Bandite di Scarlino, Follonica segue…
  • Riserva Diaccia Botrona,  Grosseto segue…
  • Spiaggia di Collelungo, Parco della Maremma segue…
  • Parco del Circeo nell’agro pontino segue…
  • Spiaggia di Sperlonga nel Parco Riviera di Ulisse segue…
  • Spiaggia di Serapo a Gaeta segue…
  • L’elenco completo degli itinerari tirrenici che lambiscono le spiagge segue…

(spiaggia di Serapo, pedalando a Gaeta, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

Spiagge
Immense ed assolate
Spiagge già vissute
Amate e poi perdute
In questa azzurrità
Fra le conchiglie e il sale
Tanta la gente che
Ci ha già lasciato il cuore

(Renato Zero)

Approfondimenti

> Quanti simboli, quante memorie, quanti ricordi fioriscono con la vicinanza del mare? Siete anche voi affascinati dai segni che il tempo e lo spazio hanno disseminato lungo il Tirreno? Aiutateci ad arricchire questo capitolo, perchè le storie tornino a parlare.

Tesori da scoprire

Le spiagge e le dune costiere sono forme di accumulo di materiale sabbioso, costituitesi principalmente per azione eolica. Si tratta di ambienti di transizione e di scambio per eccellenza, altamente dinamici, alla cui morfologia contribuiscono moltissimi fattori.

I sedimenti, di origine sia alluvionale che marina, sono continuamente sottoposti all’azione combinata di molteplici agenti fisici, chimici e biologici, fondamentali per la genesi e la strutturazione delle dune. Il continuo rimodellamento è soggetto a meccanismi evolutivi a breve, medio e lungo termine.

Dalla riva verso l’interno, si osservano notevoli e rapidi cambiamenti. Aerosol marino, vento e salsedine diminuiscono progressivamente d’intensità andando dal mare verso l’entroterra, mentre la quantità di materia organica, di umidità e di nutrienti nel suolo hanno un andamento opposto.

Le specie vegetali delle dune  hanno un ruolo fondamentale nell’edificazione, nella stabilizzazione e nell’evoluzione geomorfologica dei sistemi dunali costieri.  La vegetazione psammofila (da  psammos = sabbia)  esercita infatti un’azione di ostacolo al trasporto eolico, favorendo l’accumulo dei sedimenti sabbiosi e impedendo il loro continuo avanzamento verso l’entroterra.

La difesa degli habitat costieri dunali è strettamente legata a quella di altri habitat di estrema importanza, come le aree umide retrodunali, le lagune e i laghi costieri, le foci dei fiumi, ma anche le praterie di posidonia oceanica. Tutti ambienti che, oltre al valore strettamente ecologico, hanno notevole valore economico diretto e indiretto, per i servizi che svolgono.

(spiaggia della Feniglia, pedalando a Orbetello, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

Minacce

I litorali sabbiosi e le dune ad essi associate sono ambienti fragili, perchè i forti gradienti ambientali e le generali condizioni limitanti che caratterizzano i litorali sabbiosi rappresentano un forte ostacolo per l’insediamento della vegetazione. Le piante che colonizzano i sistemi dunali costieri devono perciò essere capaci di vivere in condizioni estreme e in apparenza insostenibili.

Le specie vegetali delle dune  sono dotate di adattamenti fisiologici e morfologici particolari, che permettono loro di crescere sulle sabbie e sopravvivere in ambienti così limitanti. Una specializzazione così spinta fa sì che le piante che vivono in questi ambienti spesso non siano in grado di sopravvivere altrove. Se tali ambienti, già fortemente minacciati, dovessero scomparire, scomparirebbero anche queste specie, con conseguenze difficilmente reversibili.

Gli ecosistemi dunali costieri sono ambienti di transizione tra terra e mare, osservatori preziosi per i ricercatori che svolgono studi sugli effetti ecologici dell’uso del suolo e del riscaldamento climatico. La loro collocazione di avamposto tra fondali marini e pianure o rilievi della terraferma, rende infatti questi ecosistemi esposti a rapidi cambiamenti strutturali e funzionali causati da disturbi naturali e antropici, che spesso si verificano nell’arco di pochi anni.

Il Mediterraneo è un centro eccezionale di biodiversità, ma anche un’area popolata da più di 450 milioni di abitanti, soggetta quindi a intense attività antropiche. In questo contesto gli ambienti delle coste sabbiose sono sottoposti a molteplici forme di pressione antropica, associate soprattutto allo sviluppo turistico.

Per tutelare gli ecosistemi costieri nel loro complesso è in vigore una normativa dedicata. Nelle liste di ambienti da conservare, la direttiva europea 92/43/CEE (a cui sono collegate le aree protette Natura 2000) include moltissimi habitat tipici delle dune costiere dei litorali europei.

Negli ultimi 50 anni il fenomeno del degrado e della perdita degli ambienti dunali ha interessato tutti i Paesi dell’Unione Europea ed è stato particolarmente intenso in quelli che si affacciano sul Bacino del Mediterraneo, considerato uno dei global biodiversity hotspots, individuati sulla base della ricchezza di specie e del tasso di perdita di habitat.

Oltre il 40 % delle coste italiane risulta in stato di conservazione inadeguato. Gli habitat costieri di interesse comunitario sono attualmente tra i più minacciati a scala nazionale: dune marittime, scogliere e spiagge ghiaiose, paludi e pascoli inondati.

In Italia, almeno fino all’800, questi ecosistemi erano sfuggiti alla distruzione diretta, le attività antropiche sulle coste erano rimaste concentrate per secoli presso le foci dei fiumi o entro baie protette. Tutto cambia con l’avvento del turismo balneare di massa.

(Lido di Camaiore, pedalando da Massa a Pisa, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

Il crescente sfruttamento turistico dei litorali comporta continue costruzioni, spesso estranee ad un piano regolatore. Impianti per la balneazione, strade e parcheggi, accessi alle spiagge. A cui si aggiungono drenaggi, opere artificiali di difesa costiera, estrazione di materiali, ecc..

Dopo decenni di sfruttamento, il territorio presenta cicatrici indelebili. Attraversamento delle dune con mezzi a motore, calpestio dei bagnanti, campeggi abusivi, abbandono di rifiuti solidi, pulizia meccanica delle spiagge, introduzione di piante esotiche a scopo ornamentale.

Dal secondo dopoguerra gli insediamenti antropici si sono infatti diffusi ampiamente, spesso in modo del tutto incontrollato, arrivando a trasformare l’intera fascia costiera, cancellando il preesistente paesaggio dunale.

Dove la pressione è molto elevata, la vegetazione spontanea è spesso completamente scomparsa e le conseguenze sull’ecosistema possono diventare irreversibili.

(Rio 3 denari, pedalando da Palidoro a Roma, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

L’attraversamento delle dune da parte di bagnanti e motoveicoli perturbano gli equilibri che regolano la formazione delle dune costiere. In particolare, il ripetuto calpestio favorisce le specie annuali a scapito delle specie perenni. Queste hanno bisogno di tempo per lo sviluppo dell’esteso sistema radicale che le caratterizza e che aiuta a stabilizzare il substrato sabbioso.

La pulizia e lo spianamento della spiaggia effettuati con mezzi meccanici altera la morfologia della spiaggia e distrutte le comunità vegetali pioniere. Venuta meno la loro azione protettiva, anche gli habitat retrostanti vengono danneggiati.

Il livellamento distrugge estese porzioni di vegetazione dunale, interrompendo la continuità della zonazione costiera e, in molti casi, determinando la completa scomparsa delle comunità vegetali.

(Golfo di Baratti, pedalando da Campiglia a Follonica, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

Opere di difesa

Il tema delle coste sembra essere affrontato ancora con una concezione di “difesa” ormai decisamente superata e fatta di opere rigide contro l’erosione. Scogliere artificiali, pennelli frangiflutti e dighe marine modificano le correnti marine e spostano semplicemente il problema su altri tratti costieri.

Si tratta di soluzioni temporanee che nel giro di pochi anni necessitano di ulteriori interventi e finanziamenti. Questo anche per via dell’assenza di un coordinamento sulle azioni da intraprendere o di studi approfonditi delle dinamiche sui territori costieri, senza alcuna verifica successiva dei risultati prodotti.

Progetti costosissimi che non sradicano i problemi che generano l’erosione costiera: l’impoverimento dei suoli nelle fasce collinari e montane  impedisce un apporto naturale di sedimenti a mare; la cementificazione delle aree fluviali velocizza lo scorrimento delle acque superficiali (con conseguenze drammatiche in caso di piogge eccezionali); l’ampliamento di aree urbane, con la saldatura dei centri,  estende l’artificializzazione delle coste stesse.

(Vecchio Faro di Fiumicino, pedalando da Palidoro a Roma, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

La gestione di aree particolarmente esposte all’erosione dovrebbe invece facilitare lo sviluppo naturale delle dinamiche marine. Un’opportunità di riqualificazione e rilancio del turismo marino-costiero in chiave sostenibile, non solo ambientale, ma anche economica e sociale.

La riduzione della vulnerabilità includono la ricostituzione di elementi di naturalità, la pedonalizzazione dei lungomare, il mantenimento e il ripristino dei varchi tra l’entroterra e il mare.

Concessioni

L’accesso alla spiaggia è un diritto sancito dallo Stato. La legge non solo garantisce l’accessibilità all’ultimo lembo di spiaggia, ma vieta tassativamente qualunque richiesta di denaro per consentirne l’accesso.

In Italia non esiste una norma nazionale che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione. Alcune Regioni sono intervenute fissando valori limite, ma poche sono quelle che hanno attuato provvedimenti davvero incisivi e con controlli a tutela della libera fruizione. In alcune regioni quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari.

Talvolta rimangono liberi solo pochi metri, spesso alle foci di torrenti o, peggio ancora, in aree degradate. Alcuni degli stabilimenti più esclusivi e cari pagano cifre irrisorie a fronte di guadagni enormi. Altri hanno le concessioni scadute da tempo, ma continuano a occupare con muri e ombrelloni.

In gran parte delle aree costiere di regioni come Lazio e Campania l’illegalità diffusa non permette ai cittadini di usufruire gratuitamente delle spiagge. Ad Ostia, porzione litoranea del Comune di Roma, si trova una delle situazioni più eclatanti in Italia: 61 stabilimenti su 13,8 km di costa. Nel tratto urbano è stato costruito un muro che rende impossibile persino vedere il mare, oltre che accedervi.

L’affidamento delle concessioni balneari stabilito tramite bandi di gara non è più rinviabile. Ogni anno si susseguono studi e ricerche sul numero di concessioni per stabilimenti balneari che mostrano dimensioni e risultati diversi. Una situazione inammissibile se si pensa di risolvere veramente le questioni di gestione dei litorali italiani. Quello della trasparenza e completezza dei dati è un problema serio, soprattutto perché riguarda aree che, ricordiamolo, appartengono al demanio dello Stato.

(lungomare di Ostia, pedalando da Ostia a Fiumicino, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

In questi ultimi anni è maturato nell’opinione pubblica un forte sentimento di deprivazione rispetto al pieno godimento dei beni comuni quali le spiagge e il mare lungo le coste italiane, anche a causa di un uso distorto delle concessioni balneari e la mancanza di controlli adeguati.

Il lungomare italiano è pressoché ovunque diventato un lungo-muro, fisico o ideale: mura e cancelli per chilometri imprigionano il mare e le spiagge, li sottraggono al territorio, ai cittadini, anche solo alla vista,  consegnandoli allo sfruttamento economico di pochi.

In molti casi, la tutela di ecosistemi e paesaggi è stata posta in secondo piano rispetto alle logiche del massimo sfruttamento commerciale, con risultati disastrosi in termini di erosione e biodiversità.

(Saline di Tarquinia, pedalando da Tarquinia a S.Severa, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

Il diritto delle comunità di accedere liberamente al mare rappresenta un diritto fondamentale su un bene comune in grado di produrre benessere e salute pubblica per i cittadini, già duramente provati dalla crisi sociale ed economica.

Queste istanze sono state scarsamente rappresentate fino ad oggi ai diversi livelli di governo, avendo escluso le associazioni ambientaliste e di tutela dei consumatori dai tavoli istituzionali in materia di concessioni balneari, riservando la trattazione di questa materia al solo ambito dello sviluppo economico.

L’affidamento per legge della gestione del demanio marittimo alle regioni e poi ai comuni senza un idoneo stanziamento di risorse, ha prodotto quale risultato la difficoltà a gestire quella parte di territorio così vulnerabile, con un dirottamento sempre crescente nell’affidamento ai privati di servizi pubblici essenziali quali la pulizia e il salvamento, trasformando l’istituto della concessione per servizi alla balneazione in una sorta di diritto proprietario esclusivo, peraltro tramandabile di padre in figlio, in violazione della legge italiana ed europea.

Concerti

La polemica sui concerti in spiaggia offre lo spunto per raccontare la fragilità degli ambienti costieri.

Dune e pinete

> Chi non porta con sè il profumo delle pinete d’estate? Fin dalla loro creazione hanno fornito all’uomo la loro ombra, il frutto e il legname, contribuendo allo stesso tempo alla stabilità delle dune costiere. Proviamo a raccogliere i percorsi che ci portano alla scoperta delle pinete del Tirreno. segue...

Colonie marine

> Le colonie marine: edifici monumentali lungo le coste italiane, luoghi fragili e memorie di un passato tutto ancora da metabolizzare. Nate per curare le malattie infettive, nel tempo acquisiscono altri significati, in particolar modo legati all’educazione delle masse e alla costruzione di un’identità politica nelle giovani generazioni, promossi sia dai regimi totalitari che da governi democratici. In molti casi, queste costruzioni anticipano l’urbanizzazione di nuove mete turistiche costiere e montane, rese accessibili dalle linee ferroviarie in costruzione. segue...

Spiagge e cinema

> La spiaggia, territorio fisico e geografico, è soprattutto un vero e proprio topos nel quale si possono rispecchiare in forme più o meno evidenti le caratteristiche sociali, antropologiche e identitarie di un popolo. segue...

Boom e Sorpasso

> Con il film “il Sorpasso” il grande pubblico scopre negli anni ’60 la bellezza della costa tirrenica tra la provincia di Livorno e Grosseto. Le strade invase dalle quattroruote, le spiagge brulicanti, i locali notturni, Castiglioncello e Viareggio templi dell’evasione, del tempo libero e gaudente. Passati 50 anni ed esauritasi la spinta dell’automobile, è ora il tempo di rilanciare la bicicletta anche in Italia? segue...

Mare d’inverno

Pedalando in compagnia dei mari d’inverno, lontani dalla calca estiva, vicini ai venti che agitano dentro.

Il mare d’inverno
È un concetto che il pensiero non considera
È poco moderno
È qualcosa che nessuno mai desidera
Alberghi chiusi
Manifesti già sbiaditi di pubblicità
Macchine tracciano solchi su strade
Dove la pioggia d’estate non cade
E io che non riesco nemmeno
A parlare con me

Riferimenti

Testi estratti da:

  • Gli habitat delle coste sabbiose italiane: ecologia e problematiche di conservazione,  ISPRA 2015 segue…
  • La situazione e i cambiamenti in corso nelle aree costiere italiane, Legambiente 2023 segue…
  • Le proposte di Marelibero segue…
  • Dune costiere, rapporto di Parchi Lazio, segue…

Extra

Turismo balneare

> Il turismo balneare è un fenomeno economico, sociale e culturale di vasta portata, che coinvolge molteplici attori con diverse responsabilità e doveri. Nella sua declinazione di turismo di massa e di lusso, se da un lato rappresenta un’occasione per molte destinazioni turistiche, dall’altro determina una minaccia per l’ambiente, per la popolazione e la cultura di un luogo. segue...

Percorsi tematici

> Spiagge, fari, pinete, zone umide, promontori, miniere, …. quante storie siete pronti ad ascoltare? Il Tirreno è un teatro che racconta mille incontri. Le memorie storiche si intrecciano con gli scenari naturali, imprimendo a terra tracce da rievocare, un pedale alla volta. Seguendo in bici il mare e i suoi tematismi. segue...

Letture

> Mostri marini, saline, bonifiche, colonie estive, divinità, boom economico, idrovolanti, ferrovie, .... Storie impigliate sotto costa o affondate in alto mare, sferzate dai venti o cullate dalle onde. Tante letture da sfogliare in compagnia del Tirreno. segue...

Il vostro contributo

> Innamorat@ anche voi delle pedalate vista mare? Date una occhiata al progettoZERO e alla squadra operativa. Partecipate con passaparola, proposte, feedback, ... Le amministrazioni non vedono le potenzialità di un percorso ciclabile lungo il Tirreno? Mostriamo loro il contrario. Facciamo conoscere insieme la bellezza delle nostre coste. segue...

(Sterpaia, pedalando da Campiglia a Follonica, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

C’é nelle cose umane una marea che
colta al flusso mena alla fortuna
perduta,
l’intero viaggio della nostra vita
si arena su fondali di miserie.”
Shakespeare, “Giulio Cesare”