Laghi, torbiere, fiumi e foci, stagni, lagune, valli da pesca, paludi salmastre…. scopriamole in bici in compagnia del Mar Tirreno.
Zone umide
Laghi, torbiere, fiumi e foci, stagni, lagune, valli da pesca, paludi salmastre…. Le zone umide rivestono una notevole importanza perché mitigano le piene dei fiumi, accumulano nutrienti, favoriscono la biodiversità.
Purtroppo, il crescente degrado ambientale mette a rischio questi ambienti e le numerose specie animali e vegetali che li popolano. Metà delle zone umide del mondo sono state perse e la maggior parte delle distruzioni sono avvenute negli ultimi 50 anni.
Le zone umide sopravvissute si rivelano oggi in tutta la loro bellezza. Andiamo a scoprirle, in bici, in compagnia del Mar Tirreno.
Fotoracconto
Alcuni scatti delle zone umide incontrate pedalando lungo il Tirreno.
Convenzione Ramsar
Per zone umide si intendono le paludi e gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini naturali artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri.
Ad oggi, 50 siti del nostro Paese sono stati riconosciuti e inseriti nell’elenco d’importanza internazionale stilato ai sensi della Convenzione di Ramsar. Oltre a questi siti, il nostro Paese presenta anche una grande varietà di zone umide di ridotte e ridottissime dimensioni. Ad esempio, la Regione Lazio ha individuato 25 zone umide di interesse naturalistico nel proprio territorio delle quali 7 sono ubicate lungo la fascia costiera: Saline di Tarquinia, Lago di Traiano, i laghi dell’agro pontino. Queste aree sono sopravvissute agli intensi interventi di bonifica succeduti nel corso degli anni.
(zone umide italiane, Conv.Ramsar)
Le zone umide sono riconosciute come uno degli habitat di maggiore valore naturalistico e di interesse estetico-paesaggistico, per quanto riguarda la flora, la fauna in generale e l’avifauna in particolare.
In passato, le zone umide erano considerate improduttive e origine di gravi malattie, prima fra tutte la malaria. Le diverse attività di bonifica del secolo scorso hanno restituito nuove terre per l’agricola, minacciandone la sopravvivenza.
«Noi possiamo mostrare agli stranieri la nostra pianura tutta smossa e quasi rifatta dalle nostre mani; sicché il botànico si lagna dell’agricoltura, che trasfigurò ogni vestigio della vegetazione primitiva.» (Carlo Cattaneo)
Attualmente queste aree sono state sottoposte a tutela ai sensi della Convenzione di Ramsar del 1971, relativa alle Zone Umide di Importanza Internazionale, mentre altre sono state incluse in aree protette o in siti Natura 2000 (SIC e ZPS) ai sensi delle Direttive “Habitat” e “Uccelli”.
Le zone umide sono aree dinamiche, sensibili all’influenza di fattori naturali ed antropici. Hanno un ruolo primario dal punto di vista idrologico ed ecologico, in quanto svolgono funzioni fondamentali per l’equilibrio dei bacini idrografici in cui sono inserite.
Sono tra gli habitat a più alta biodiversità e di fondamentale importanza per la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali, in particolar modo per gli insetti e gli uccelli, che utilizzano queste aree come ambienti di rifugio e di sosta, di muta, svernamento e riproduzione.
(Casello idraulico, pedalando nel Parco della Maremma, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )
Le zone umide rivestono una grande importanza anche dal punto di vista ecologico, paesaggistico, socio-culturale ed economico, per le particolari relazioni che si instaurano tra le comunità viventi presenti. Infatti, costituiscono delle “unità di paesaggio” peculiari, come elementi di ornamento naturale, che si differenziano da ogni altra unità ambientale.
Hanno rilievo economico tutte quelle aree umide, come la laguna di Orbetello, il lago di Sabaudia e le Valli di Comacchio, dove, oltre ad allevare pesci, si sviluppa il turismo.
Nel contempo, le zone umide sono ambienti molto vulnerabili, la cui conservazione è problematica, poiché spesso si tratta di ambienti troppo piccoli per meritare, da soli, piani di tutela e gestione.
La loro evoluzione è strettamente connessa a molteplici aspetti. La variazioni degli scambi idrici con i fiumi, dai quali spesso sono derivate e dipendono, dagli aspetti climatici e dalle opere infrastrutturali dell’uomo, come la canalizzazione e la captazione indiscriminata dell’acqua.
Nel bacino del Mediterraneo le aree umide hanno giocato un ruolo importante nella storia della civilizzazione, fornendo alle popolazioni, che ne abitavano le rive, cibo, materiali di vario genere e vie di comunicazione.
Hanno contribuito in modo significativo alla nascita di forti tradizioni sociali e culturali, come avvenuto, ad esempio, lungo i fiumi Nilo in Egitto, Po in Italia, Rodano in Francia e Guadalquivir in Spagna.
(laguna di Orbetello, pedalando verso Capalbio, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )
Servizi ecosistemici
In una regione come quella mediterranea, che soffre di cronici periodi di siccità, le aree umide sono fondamentali per il ciclo dell’acqua. Risultano inoltre siti di particolare importanza per la nidificazione, la sosta e lo svernamento di molte specie di uccelli, poiché l’intero bacino si trova lungo le rotte principali di migrazione tra Europa ed Africa.
Le zone umide costituiscono ecosistemi naturali complessi. Le alghe e le piante superiori crescono e si riproducono grazie all’energia solare ed agli elementi e i composti organici disciolti nell’acqua e nel terreno.
L’energia fluisce dai vegetali agli organismi erbivori e da questi ai carnivori, infine i batteri e altri organismi decompositori utilizzano le sostanze vegetali e animali morte, restituendole all’ambiente sottoforma di composti semplici che vengono riutilizzati dalle piante.
L’alterazione del loro equilibrio ecologico viene a riflettersi inevitabilmente sulle funzioni che tali ecosistemi svolgono, in particolare:
- regimazione del flusso delle acque di piena: le zone umide ricoprono un’importante funzione di regolazione dei fenomeni naturali come le piene dei fiumi. In occasione di prolungati o improvvisi periodi di piogge intense le zone umide ne ritardano il deflusso determinando un rallentamento delle piene e regolando il flusso nei corsi d’acqua;
- riduzione delle forze erosive superficiali: il processo determina la ritenzione dei sedimenti con il rallentamento del loro trasporto verso il mare;
- ricarica e deflusso della falda freatica: tale processo è importante per il mantenimento delle falde acquifere specialmente quando sono minacciate da un eccessivo sfruttamento o dall’inquinamento da sostanze tossiche;
- depurazione delle acque superficiali: tale fenomeno avviene attraverso la ritenzione e la trasformazione delle sostanze nutrienti (azoto e fosforo in particolare) contenute nelle acque da parte di organismi vegetali;
- consolidamento del litorale e dei suoli: le radici delle specie vegetali residenti trattengono i sedimenti sottostanti, riducendo l’impatto delle onde e delle correnti. Tale funzione protettiva è di particolare importanza nelle aree soggette all’innalzamento del livello del mare;
- accumulo di sedimenti organici e inorganici: le sostanze trasportate dai corsi d’acqua in seguito a processi di decantazione e di ritenzione vengono trattenute dalle radici della vegetazione acquatica;
- habitat per numerose specie animali e vegetali: forniscono risorse alimentari e condizioni favorevoli per il rifugio, la sosta e la riproduzione di specie che ne dipendono per tutto o parte del loro ciclo biologico. Inoltre fungono da corridoi migratori favorendo la colonizzazione di nuovi habitat e lo scambio genetico da parte di organismi, mantenendo vitali le popolazioni ittiche e l’avifauna acquatica;
- conservazione e incremento della biodiversità: gli ambienti umidi sono indispensabili per la tutela della flora e della fauna selvatica, per la conservazione della diversità ambientale, per il mantenimento degli equilibri ecologici e la difesa di un patrimonio naturale;
- regolazione del microclima: la presenza delle zone umide nel territorio riducono a livello locale le escursioni giornaliere e stagionali delle temperature e mitigano i periodi di siccità.
(Foce del Tafone, pedalando verso Tarquinia, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )
Percorsi in bici
Elenco dei percorsi in bici alla scoperta delle zone umide lungo la futura ciclovia Tirrenica. Aiutateci ad arricchirlo con nuove proposte.
- Marina di Vecchiano nel Parco di San Rossore segue…
- Riserva del Bottagone segue…
- Parco della Maremma segue…
- Riserva Diaccia Botrona a Grosseto segue…
- Laguna di Orbetello e Oasi di Burano segue…
- Saline di Tarquinia segue…
- Agro romano segue…
- Agro pontino segue…
- elenco completo degli itinerari che lambiscono zone umide segue…
Approfondimenti
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Riferimenti
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